Il cruento e drammatico spettacolo della mattanza nella camera della morte.
Pinna blu
Scorrono quinte al seguito
di Febo, bardo auriga
che chiude il suo cammino
sfiorando seni e fianchi
di vette ombrose e gelide
che, grate, il volto accendono.
Rovente l'avanscena
di tele scosse al vento.
Spumeggia la ribalta:
ferro che brucia. All'ora
strappa il sipario e vola
diretto verso il sole
ma il buio lo richiama
l'avvolge, lo rinserra.
Nel silenzio rimbomba
lo sciabordio dell'onda.
La passerella trema.
Com'Icaro a Cnosso
lui vola, vola ancora
e cade. Si spegne
sulla scena il riflettore.
Versi di Peppino Cinà
Scorrono quinte al seguito
di Febo, bardo auriga
che chiude il suo cammino
sfiorando seni e fianchi
di vette ombrose e gelide
che, grate, il volto accendono.
Rovente l'avanscena
di tele scosse al vento.
Spumeggia la ribalta:
ferro che brucia. All'ora
strappa il sipario e vola
diretto verso il sole
ma il buio lo richiama
l'avvolge, lo rinserra.
Nel silenzio rimbomba
lo sciabordio dell'onda.
La passerella trema.
Com'Icaro a Cnosso
lui vola, vola ancora
e cade. Si spegne
sulla scena il riflettore.
Versi di Peppino Cinà
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La raccolta, su YouTube, delle poesie in vernacolo di Leo Sinzi (zio-silen) si trova qui: https://www.youtube.com/channel/UCHynb6ivPqt3WrLUpIR0wew/videos
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