Pane e panelle
tutte le mattine nel suo proscenio,
crocevia corso Tukory - via del Vespro,
il caro vecchio Panellaro
metteva in scena la propria arte e con voce
arriatata abbanniava: accattativi i panelle!*
il giovane mulo trainava a fatica quel carretto
allestito a chiosco: era un'esplosione di colori
con le caratterizzazioni di gesta cavalleresche
in stile e in onore agli storici carretti siciliani.
addobbato a miglior festa,
coperto da bardature ornate con placche di cuoio
e chiodi dorati, faceva ammirare sulla testa un gran pennacchio
e, un secondo ancora più esuberante, a metà schiena,
entrambi rigorosamente di colore giallo e rosso.
a vederlo sulla strada sembrava un rebus che cammina **
per l'elevato valore di elementi decorativi custoditi.
mi recavo dal panellaro
... e avevo fame.
fame di pane:vita e morte;cultura di albe e tramonti;donne che generano, uomini che ti amano e poi ti odianodonne che ti odiano e poi ti amano;viaggi intrapresi e sognati;libri letti e riletti, commentati e contestati, persi e ritrovati come gliamici con i quali ridi e piangi e scappi e ritorni e ripiangi.
... e avevo fame.
fame di panelle:sesso praticato e soprattutto parlato, decantato, amplificato, esagerato;musica in concerti di piazza e canti in cortili di chiese;primi giorni di scuola, ultimi giorni di scuola;file interminabili alle mense aziendali, universitarie, Caritas;materia data, non data, esami rinviati, esami finiti? esami infiniti;scioperi fatti e subiti;liti e pianti e sorrisi e pace a ancora liti e ancora pace;teatro di ogni giorno tra applausi e fischi.
è passato il tempo che doveva passare
e se penso a quel profumo di farina di ceci
rivedo tutti quei finimenti colorati
i volti che popolavano quelle strade e abitavano quelle ore
trascorse, attraversate, rincorse e superate
per conquistare l'essenza del mondo.
eravamo tutti affamati di un qualcosa:
affamati d'emozioni, d'incontri dolci e di dolcezze;
affamati di sogni d'amore e mostri da fiaba;
affamati di idee per riempire spazi;
affamati d'acqua;
affamati di sete.
così dopo anni girando, come un turista, tra la tomba di Stupor Mundi
Piazza della Vergona e giù verso l'Orto Botanico
l'angolo più meraviglioso di questa terra, ***
per poi risalire da Ballarò, succede che
mi ritrovo davanti
al figlio del Panellaro
col vecchio mulo
al crocevia di via del Vespro
anche lui, oggi, con voce
arriatata abbannia: pane e panelli ca fanno i figghi belli!****
e mi accorgo di essere sì, cresciuto, ma ancora affamato.
affamato di panee di panelle.
Componimento poetico di Domenico Garaffa (Indio)
(Terzo classificato al Premio Nat Scammacca 2014)
* roca gridava: compratevi le panelle!
** così definì il carretto siciliano Guy de Maupassant nella primavera del 1885
***così definì l'Orto Botanico Goethe durante il suo soggiorno a Palermo nel 1787
****roca grida: pane e panelle che fanno i figli belli
Panelle : frittelle di farina di ceci.
Abbanniari: gridare la merce che si vuole vendere. Annunciare un bando,dal gotico 'bandwian', dare un segnale.
La foto di Leo Sinzi sfoggia un magnifico "Pane e panelle", l'uno e le altre sono frutti dell'arte culinaria di sua figlia Nadine.
La raccolta, su YouTube, delle poesie di Leo Sinzi (zio-silen) si trova qui: https://www.youtube.com/channel/UCHynb6ivPqt3WrLUpIR0wew/videos
Nessun commento:
Posta un commento