mercoledì 6 gennaio 2021

Pane e panelle



Pane e panelle  
 
tutte le mattine nel suo proscenio,
crocevia corso Tukory - via del Vespro,
il caro vecchio Panellaro
metteva in scena la propria arte e con voce

 

arriatata abbanniava: accattativi i panelle!*

 

il giovane mulo trainava a fatica quel carretto
allestito a chiosco: era un'esplosione di colori
con le caratterizzazioni di gesta cavalleresche
in stile e in onore agli storici carretti siciliani.
addobbato a miglior festa,
coperto da bardature ornate con placche di cuoio
e chiodi dorati, faceva ammirare sulla testa un gran pennacchio
e, un secondo ancora più esuberante, a metà schiena,
entrambi  rigorosamente di colore giallo e rosso.
a vederlo sulla strada sembrava un rebus che cammina **  
per l'elevato valore di elementi decorativi custoditi.
 
mi  recavo dal  panellaro

 ... e avevo fame.

fame di pane:
vita e morte;
cultura di albe e tramonti;
donne che generano, uomini che ti amano e poi ti odiano
donne che ti odiano e poi ti amano;
viaggi  intrapresi e sognati;
libri letti e riletti, commentati e contestati, persi e ritrovati come gli
amici con i quali ridi e piangi e scappi e ritorni e ripiangi.
 
 ... e avevo fame.                        
  fame di panelle:
  sesso praticato e soprattutto parlato, decantato, amplificato,  esagerato;
  musica in concerti di piazza e canti in cortili di chiese;
  primi giorni di scuola, ultimi giorni di scuola;
  file interminabili alle mense aziendali, universitarie, Caritas;                 
  materia data, non data, esami rinviati, esami finiti? esami infiniti;
  scioperi fatti e subiti;
  liti e pianti e sorrisi e pace a ancora liti e ancora pace;
  teatro di ogni giorno tra applausi e fischi.
 
 
è passato il tempo che doveva passare
e se penso a quel profumo di farina di ceci
rivedo tutti quei finimenti colorati
i volti che popolavano quelle strade e abitavano quelle ore
trascorse, attraversate, rincorse e superate
per conquistare l'essenza del mondo.
eravamo tutti affamati di un qualcosa:
affamati  d'emozioni, d'incontri dolci e di dolcezze;
affamati di sogni d'amore e mostri da fiaba;
affamati di idee per riempire spazi;
affamati d'acqua;
affamati di sete.   
 
così dopo anni girando, come un turista, tra la tomba di Stupor Mundi
Piazza della Vergona e giù verso l'Orto Botanico
l'angolo più meraviglioso di questa terra, ***
per poi risalire da Ballarò, succede che
mi ritrovo davanti
al figlio del Panellaro
col vecchio mulo
al crocevia di via del Vespro
anche lui, oggi, con voce  
 
arriatata  abbannia: pane e panelli  ca  fanno i figghi belli!****
  
e mi accorgo di essere sì, cresciuto, ma ancora affamato.
affamato di pane

e di panelle.

 

Componimento poetico di Domenico Garaffa (Indio)

(Terzo classificato al Premio Nat Scammacca 2014)


* roca gridava:  compratevi le panelle!

** così definì il carretto siciliano Guy de Maupassant  nella primavera del 1885

***così definì l'Orto Botanico Goethe durante il suo soggiorno a Palermo nel 1787  

****roca grida: pane e panelle che fanno i figli  belli

 Panelle : frittelle di farina di ceci.

Abbanniari: gridare la merce che si vuole vendere. Annunciare un bando,dal gotico 'bandwian', dare un segnale.    


 La foto di Leo Sinzi sfoggia un magnifico "Pane e panelle", l'uno e le altre sono frutti dell'arte culinaria di sua figlia Nadine. 




               

La raccolta, su YouTube, delle poesie di Leo Sinzi (zio-silen) si trova qui: https://www.youtube.com/channel/UCHynb6ivPqt3WrLUpIR0wew/videos



Nessun commento: