
la parete studiare me, non il contrario:
appigli e appoggi, fessura a destra
lame in alto, diedri, gradini
(alleati o fatali inganni).
In cima, sfocata, s'intravede l'uscita..
Provo diverse vie.
Come a dama gioco con me stesso
e baro: i polpastrelli scivolano
le falangi dolgono, i polpacci pulsano
il respiro rumoreggia. La parete
è cocente, ruvida come la mia gola. .
Stacco i piedi, mi aggancio al confine
tra cielo e terra. C'è fresco
in vetta. Il respiro si fa sottile
il sudore scompare.
E in questa frazione d'eternità
mi sento vivo.
Segmenti del racconto breve di Riflessi, titolato "2050" (pubblicato sulla Vetrina del Club dei Poeti il 4 giugno 2019), raccolti, incolonnati - smussati qui e là - da Leo Sinzi (zio-silen), con finalità di esercizio poetico, come da commento reso il 04/06/2019.
Chiosa di Leo Sinzi (zio-silen)
Foto di Fabiuss
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