Aspettando l'universale
Ricorro la sentenza. Gelo. Tempo,
piegato di scartoffie, fugge via.
Roccioso l'avvocato pescatore
azzecca mai, garbuglia solo un po'.
Tre volte sorge il sole. Carta canta:
son pietra anch'io. Difendermi? riesco:
"Imploro, mi rimetto alla clemenza
di lor Magistri. EccoVi un libello".
Il Primo Presidente si ritira
con gli Ermellini... palpita l'avello.
Aperta la seduta. Peccatucci,
mortali in loco, sono sviscerati.
Zimarra rossa e oro, sta - sublime -
Triade arbitra del mio destino:
"L'attore se ne faccia una ragione
sino al Giudizio, questa è Cassazione".
Versi e foto di Leo Sinzi (zio-silen)
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