La confessione di Gerardo
L'inverno al parco è gelido, fumoso.
Aspetto sulla solita panchina...
ad Olga ho stretto il collo stamattina.
Don Alfio, vai di fretta?
Vorrei parlarti della decisione
che ho preso.
- Quale decisione?
Di liberarmi... di una confessione
per presentarmi, candido, alle stelle.
- Vieni domani. (L'ombra giace
agonica). Sarò lì, pronto
dentro la canonica.
«...»
Don Alfio con la stola ed il messale
chiude la tenda del confessionale.
Io m'inginocchio, prendo ad elencare
cadute, vizi, perversi delitti
di serial killer, quale sono e fui.
Filo di voce, rubicondi sprizzi:
- Ego te... absolvo... a peccatis... tui...
Personaggi:
Gerardo: voce narrante, serial killer, marito di Olga.
Don Alfio: sacerdote, amico di Gerardo, presunto amante di Olga.
Olga: moglie di Gerardo, presunta amante di Don Alfio.
Esercizio poetico di Leo Sinzi/zio-silen. Come base: il pregevole racconto noir di Pierluigi Terra (Lorens) "Il vizio delle Stelle" pubblicato il 23 Novembre 2016 nella Vetrina del Club dei Poeti.
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Il vizio delle stelle
Premessa
Forse un pensiero interpretabile attraverso una fede importante. E’ come un credo vissuto in due diverse ottiche.
Gerardo
Ogni notte un uomo solo con i suoi cani guarda le stelle. Seduto come
sempre sulla panchina del parco con a fianco Black ed Argo. Egli osserva
il cielo e le sue luci. A volte gli sembrano immagini diverse dalla
sera precedente come una fotografia che assume discordanti proiezioni in
base all’inquadratura ed angolazione.
Gerardo è un sognatore amante delle stelle. La sua è un’attrazione
fatale alla quale ormai non può più rinunciare. Quando guarda quelle
luci nel buio della notte, avverte come una sensazione di serenità,
quasi che il segreto della vita fosse contenuto ed originante da loro.
Egli non ha una fede. Non crede a nessuna religione. Per lui i dogmi
sono solo dottrine tutte uguali, come delle storie avvenute con dei
protagonisti a cui ognuno è libero di dare il peso di credibilità che
vuole, riconoscendone il legame e la fede in Dio.
Le stelle sono il cruccio della sua vita, un’esistenza ora in solitudine
dopo la perdita di Olga, la compagna che amava più di tutto. La sua
speranza è quella di intravederla nello spazio tra le stelle, quasi come
un nuovo gemito stellare che possa rivelargli la verità accogliendolo
nel giardino dell’eternità.
Black & Argo
Black è un pastore belga bellissimo, il cui manto nero è lucido e
splendente. Argo ha sempre le orecchie dritte, è un pastore tedesco a
pelo lungo sempre pronto al gioco. Sono cresciuti insieme Black ed Argo
e quando Gerardo li vide per la prima volta fu subito amore. Erano due
cucciolotti di alcuni mesi alloggiati al canile da pochi giorni e in
attesa di adozione.
Dopo la scomparsa di Olga, i due nuovi amici erano diventati per Gerardo
una compagnia importante, il cui affetto reciproco era il migliore
elisir possibile per superare la solitudine creatisi due anni prima.
Spesso Gerardo parlava con Black ed Argo quando osservava le stelle, e loro sembravano ascoltarlo.
Ogni notte egli commenta quelle luci nel cielo narrando leggende,
ipotesi, teorie scientifiche, misteri, profezie di arcana origine e
quant’altro. Destano per lui molta curiosità i “buchi neri”, quei
temibili mangiatori di materia stellare capaci di distruggere galassie e
formarne delle altre. In proposito Gerardo si è anche documentato per
saperne di più, concludendo, che il cielo osservato potrebbe essere
finto o ingannevole. Probabilmente molte stelle sono già morte mentre la
loro luce deve ancora giungere a noi.
Di sovente quando pensa a tutto questo, si sente impotente, smarrito
come un granello di sabbia nel deserto. E’ quello il momento in cui
abbraccia Black ed Argo per proteggerli dai pericoli e dal mistero della
vita, come un papà tende a fare per i propri figli.
Don Alfio
Una mantella nera con un cappuccio cammina sulla ghiaia del viottolo. Ogni sera l’ombra appare nel parco e si ferma.
- Anche stanotte sei qui a mirare le tue stelle …
Gerardo abbassa lo sguardo e sorride.
- Quando vieni a trovarmi in canonica? Ti aspetto per dirti cose importanti.
- Don Alfio, le cose che vuoi dirmi hanno il solito suggerimento di fondo.
- Non voglio convincerti a trovare la fede nel Crocifisso, vorrei solo parlare con te delle cose che mi raccontava Olga.
- Olga era credente, io no.
- Gerardo, come puoi dubitare dell’esistenza di Dio guardando il cielo?
L’universo e l’infinito non possono avere altre spiegazioni.
- Il tuo credo è solo un comodo rifugio di speranza per quando giungerà
inesorabile la morte, un’apparente serenità della mente nell’illusione
dell’eternità. Quando tu, come tutti, sei in standby per una bara e
giungerai prima o poi, al checkin con la morte.
- Mah! Allora dimmi perché continui a fissare le stelle ogni notte? Quali risposte speri di avere?
- Non cerco sentenze o riscontri dal cielo.
- E quindi, cosa ti aspetti di ottenere?
- Forse un nuovo incontro, una nuova vita.
- Con Olga?
Gerardo non risponde più. I suoi occhi fissano il vuoto. Una lacrima scende dagli occhi ora arrossati dall’emozione.
- Gerardo ascolta: la tua Olga è felice in cielo e ti aspetta.
L’anniversario
Quel giorno Gerardo aveva lasciato l’ufficio prima del solito orario
serale. Voleva fare una sorpresa. Così poco prima di pranzo tornò a casa
con un bel mazzo di rose rosse. Quando giunse davanti l’uscio, egli
aprì lentamente la serratura per non farsi sentire. Mentre camminava per
il corridoio pianissimo sentì dei gemiti provenire dalla camera.
Incuriosito di più, si avvicinò alla porta d’ingresso e vide una scena
che lo segnerà per sempre. Da una spiraglio del battente socchiuso,
scorse la sua Olga riflessa nel grande specchio, gemere di piacere in
posizione ginecologica mentre un uomo era su di lei in affannosa ricerca
dell’orgasmo. Quasi non volle credere ai suoi occhi. Fece due passi
indietro e senza farsi sentire ritornò verso la porta di casa. Aprì
l’uscio lentamente e se ne andò via quasi correndo per le scale
incredulo di ciò che aveva appena visto. Poi, s’incamminò verso il parco
e si mise seduto sulla solita panchina a guardare le stelle, piangendo e
gridando di dolore, tra i conati di vomito irrefrenabili.
Rimase lì per diverse ore, come attonito, smarrito e inebetito.
Dopo, ma quasi improvvisamente, decise di ritornare a casa come se nulla
fosse accaduto, con il sorriso e le rose per l’anniversario.
Quando giunse a casa, Olga lo accolse con molto calore ed entusiasmo.
- Ti sei ricordato! Grazie amore, sei un vero tesoro! Voglio metterle subito nel vaso con l’acqua per non farle appassire.
Olga si allontanò verso la finestra muovendo il fondoschiena come una modella durante un défilé.
- Non è venuto nessuno a trovarti, oggi?
- Perché doveva venire qualcuno, caro?
A quel punto Gerardo non seppe più resistere. Senza dire più nulla si
avvicinò ad Olga e l’abbraccio da dietro. Poi lei si girò e prima di
ricevere un bacio, le mise le mani al collo e strinse forte. Lei cercò
di divincolarsi, ma la forza di Gerardo con quella stretta alla gola, le
fecero quasi subito perdere i sensi mentre lui stringeva sempre di più.
Il corpo era ancora caldo quando Gerardo la mise nel sacco condominiale e
l’andò a seppellire in brughiera, un posto vicino ad un casolare
abbandonato, dove la terra era soffice e facile da smuovere per fare una
buca di due metri.
Chi l’ha visto
Anche la trasmissione della Federica Sciarelli s’interessò del caso. Il
corpo non fu mai ritrovato e Gerardo non confessò l’omicidio. Così, sia
la Procura che la Magistratura, dovettero chiudere il caso per mancanza
di indizi e prove. Gerardo fu interrogato molte volte, e nonostante la
pressione degli inquirenti, egli rimase sempre lucido senza mai cadere
in contraddizione.
Chi era l’uomo con Olga?
Gerardo ricordava solo una cicatrice a forma di sette sulla gamba
sinistra, così, come si rifletteva allo specchio. Egli era fuggito
senza vedere la faccia di quell’uomo. Forse in quel momento neanche gli
interessava sapere chi fosse, il dolore e lo sgomento furono troppo
forti.
L’Idraulico
Quell’estate era di caldo insopportabile. Anche Black ed Argo boccheggiavano per l’afa e l’umidità in balcone all’ombra.
Gerardo fu costretto a chiamare l’idraulico per risolvere una perdita
d’acqua dal sifone del lavandino al bagno. Tanta era la perdita che
chiuse il rubinetto generale. Quando arrivò l’idraulico suonando il
citofono e presentandosi, per Gerardo fu come una liberazione.
-Guardi, l’accompagno al bagno dove dal sifone c’è una copiosa perdita d’acqua. Forse sarà la guarnizione.
-Mi ricordo bene di questa casa. Sono venuto già altre volte per delle riparazioni. Conoscevo bene la signora Olga.
-Ah, davvero! Olga non mi parlò mai di rotture idrauliche o sostituzioni di tubi.
-Una volta venni a sostituire i flessibili del boiler. Vede, sono quelli lì in alto.
-Ah, vedo … vedo.
-Potrebbe aprire il rubinetto generale un momento. Vorrei vedere l’intensità della perdita.
-Subito!
Non appena l’acqua cominciò a scorrere, un getto dal sifone colpì in
pieno le gambe dell’idraulico bagnando i pantaloni della tuta.
-Chiuda, chiuda, ho capito tutto!
L’idraulico si ripiegò i pantaloni zuppi d’acqua scoprendo le gambe nude e i sandali con i piedi.
In quel mentre ritornò Gerardo dalla cucina dopo aver chiuso la valvola generale.
-Accidenti è tutto allagato!
-Occorre cambiare tutto il sifone. E’ vecchio e c’è troppa ruggine. Ora si montano quelli di plastica resistente.
Mentre l’idraulico parlava, l’attenzione di Gerardo si posò sulla figura
professionale dell’uomo, zuppo di acqua e bagnato fin quasi alla
cintola dei pantaloni.
-Tenga questo canovaccio e provi ad asciugarsi.
L’uomo ringraziò e prese a strofinarsi le gambe con il tessuto. Proprio
mentre si asciugava gli arti, Gerardo notò un particolare
raccapricciante sulla gamba sinistra dell’uomo. Dal polpaccio si
evinceva una sinistra cicatrice a forma di sette. Il ricordo di quel
terribile giorno tornò subito alla mente come una fotografia impressa e
perseguitante per sempre.
-Ecco, il sifone nuovo è installato e possiamo provare a riaprire l’acqua.
Gerardo si avviò in cucina per riaprire la valvola generale e ritorno in bagno con un coltello a punta affilato.
-Vede, la perdita d’acqua non c’è più. E’ tutto a posto.
L’uomo non ebbe neanche il tempo di girarsi quando la lama gli passò la
gola di lato squarciando la carne in profondità. Il sangue iniziò a
sgorgare come lo zampillo di una fontana. Pulire tutto fu davvero un
impegno difficile. Ogni goccia fu lavata via e tutti gli stracci intrisi
di sostanza ematica, furono bruciati al caminetto sotto gli occhi di
Black ed Argo. Gerardo temeva ancora di più le perquisizioni e gli
attenti esami di quelli del RIS. Poi, di nuovo un sacco condominiale
raccolse la vittima per la sepoltura in brughiera vicino ad Olga.
La confessione
Un cielo stellato quella notte d’inverno nel freddo gelido e fumoso del parco sulla solita panchina.
-Don Alfio, dove vai così di fretta senza neanche salutarmi?
-Ehilà Gerardo, ero così preso dalle preghiere che non mi sono accorto della tua presenza. Scusami …
-Volevo dirti di una decisione che ho preso ieri.
-Quale decisione?
-Vorrei confessarmi.
-Davvero? E come mai?
-Vorrei presentarmi pulito di fronte alle mie stelle.
-Quando vuoi tu. Anche domani, se ne hai voglia, mi troverai in canonica come sempre.
Gerardo si presentò all’indomani mattina di buonora. Aveva una sguardo
sereno. L’aspetto di una persona distesa con la certezza di liberarsi di
un peso troppo oneroso ancora da sostenere. Egli non voleva il perdono o
l’assoluzione dai suoi peccati, ma soltanto che un amico lo ascoltasse
senza giudicarlo per il crimine commesso. E per lui Don Alfio era la
persona giusta di chiesa, un uomo che da sempre era per lui una cara,
sincera, affezionata presenza; l’uomo che per volere di Olga, celebrò il
loro matrimonio di fronte all’altare con la sposa in abito bianco.
Don Alfio accompagnò Gerardo al confessionale. Quanto il prete entrò
dentro e chiuse la tendina, Gerardo s’inginocchiò e cominciò a parlare.
Fu proprio in quel momento che Don Alfio si chinò un attimo per
grattarsi la cicatrice a forma di sette sulla gamba sinistra …
Pierluigi Terra (Lrens)
Foto di Leo Sinzi (zio-silen)