domenica 6 gennaio 2019

...di soppiatto nella mia testa


L’altra sera dopo cena
mentre dormivo in poltrona
- merito di un noioso dibattito
alla televisione e di un bicchiere
di Montepulciano - sono entrato
di soppiatto nella mia testa.

Il casellario era al suo posto.
I cassetti c’erano tutti
compresi quelli delle ics
delle ipsilon, delle acca
e delle cappa. Ne aprii uno a caso
mi resi conto della confusione.

Evidentemente ho fatto qualche errore
avrò premuto qualche interruttore
magari invertito il processore
perché adesso ho la rima incorporata
mi perseguita, mi toglie il fiato.

E rode il fegato... uhm!... fegato
fegato, persino a tavola lo detesto.
Mi sento perso. Prendo quella china:
"fegato" "stomaco" "uva" in italiano
non hanno uno straccio di rima.




Tratti del racconto titolato "Blob" di Frame (pubblicato sulla Vetrina del Club dei Poeti il 17 Marzo 2015), raccolti e assemblati da Leo Sinzi (zio-silen) - con finalità di esercizio poetico - nel suo commento del 6 Gennaio 2019.

Foto di Leo Sinzi

1 commento:

Alexander ha detto...

Componimento di pregevole didattica.

Apprezzata l'omofonìa (seminascosta nel segno grafico) tra "acca" e " a caso".
Per non parlare del festival di assonanze (china-rima) e consonanze (incorporata- fiato, cena-poltrona-televione-Montepulciano) anche interne.

Una antifrasi è ravvisabile nella chiusa grazie alla rima tra "fiato" e "fegato" che sembra contraddire l'affermazione successiva: <<"fegato" non ha uno straccio di rima>>.
Invero la surrichiamata omofonia parte dall'ultima vocale accentata. Ne consegue che la rima perfetta si ha quanto tutte le vocali e consonanti di due parole sono identiche a partire dall'accento tonico.


Ciao

Alessandro