Pinna blu
Scorrono quinte al seguito
di Febo, bardo auriga
che chiude il suo cammino
sfiorando seni e fianchi
di vette ombrose e gelide
che, grate, il volto accendono.
Rovente l'avanscena
di tele scosse al vento.
Spumeggia la ribalta:
ferro che brucia. All'ora
strappa il sipario e vola
diretto verso il sole
ma il buio lo richiama
l'avvolge, lo rinserra.
Nel silenzio rimbomba
lo sciabordio dell'onda.
La passerella trema.
Com'Icaro a Cnosso
lui vola, vola ancora
e cade. Si spegne
sulla scena il riflettore.
Versi di Leo Sinzi/zio-silen
Nella foto di Leo Sinzi: "Tonnara Florio"
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