Trappone d'ingiustizia
Rugimano licanti 'sti cavròni,
ingrassano le poppide zummàte.
Rulano gonzi, molli stomaconi,
nubole con risarde maltrovate.
E tuttuniti chiodano poltròni,
lordano (gorci!) fiulle minorbàte,
filzano le primizie: son guascòni!
cercano bonasorte con fredàte.
I paesadini han solo denestizia,
sorbevono, fremendo, rabbincùta
e codiverno resta lor mestìzia.
Velardo, bel trappone d'ingiustizia,
qui resta a govertango ognor tristùta.
Stolto talione ingurgia ogni fantìzia.
Sonetto di Leo Sinzi ispirato dalle poesie
metasemantiche di Fosco Maraini