mercoledì 25 aprile 2018

Verbena ed Evaristo


Lui indossava una tuta di pile grigio
nel taschino un fazzoletto di seta.
Lei posò il libro che stava leggendo.
“Facevo la pianista”. Belle mani.
Bel sorriso. Bei capelli. Li indicò col dito:
“Fai bene a colorarli. Ti fa giovane.”

“Tocca, tocca qui.”
Pigalle, il Moulin Rouge, le soubrette in guepière
che per pochi franchi si facevano baciare.
Quanti ricordi a quel contatto!
Una smorfia di dolore. “Fa male?” 
Aveva occhi affettuosi e voce carezzevole.

“Hai paura di morire?”
“Non troppo. Ho fatto un corso sulla morte.”
“Sì, la fanno provare sotto ipnosi
guidano ad accettarla
per ricongiungerti con la terra
con il cielo e con i tuoi cari.
Quando ti svegli non hai più paura.”

“Ho una fiaschetta di rum, nella borsa!”
“Sei trasgressiva, ragazza! Mi piaci.”
Ora sorseggiavano, guardando il tappeto.
Ticchettava l’orologio in alto
sulla parete, non volava una mosca.
“Dì la verità quanto ti resta?”
Intima è la sua voce. E dolce
come il miele. “Sette, otto mesi”
rispose lui senza alzare la testa.
“Non credo di durare molto di più”, sussurrò lei.
 

La guardò e gli sembrò la più bella donna
che avesse mai incontrato. “Hai rimpianti?”
Lei abbassò gli occhi, cincischiò il bicchiere vuoto.
“L’audacia è la virtù dei mezzi morti, mia cara. Coraggio!”
“In tutta la vita non ho mai provato un orgasmo.
Mi dispiace andarmene senza questo privilegio.”
 

La guardò estasiato.
Anche lui aveva perso quel treno, ma chissà
forse ce n’era un altro in arrivo. Uno antico
di quelli col fumo che esce dal camino
con gli scompartimenti caldi, sedili imbottiti
e cuscini di piuma. Lo guardava, ancora
imbarazzata per ciò che le era uscito di bocca.
Lui si alzò, le prese le mani e disse: “Posso
tornare domani sera?”




Tratti poetici dal racconto "Cerco asilo" di Viridis - pubblicato sulla Vetrina del Club dei Poeti il 23 Aprile 2018 - evidenziati e incolonnati da Leo Sinzi (zio-silen) - con finalità di esercizio poetico - nel suo commento del 25/04/2018.

Foto di Leo Sinzi 

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