mercoledì 7 marzo 2018

Cronaca di un celestiale pomeriggio d'autunno

Pomeriggio d'ottobre. Le nuvole d'occidente, in forme vagamente angelicali, lumeggiano fiere delle corone d'oro e delle vesti corallo.
 - Mia nonna raccontava che gli angeli talvolta si rivelano plasmando nembi, cirri e cumuli a loro somiglianza. Il tutto corredato da musiche dolcissime e profumi inebrianti.
Un sublime odore di panelle invade la strada. Sarà manifestazione serafica? 
- Sono appena emerso dai meandri oscuri delle catacombe paleocristiane che si aprono nella roccia arenaria sotto la Chiesa di San Michele Arcangelo. Catacombe rese finalmente accessibili, aperte al pubblico ed illuminate, ad intermittenza, dal mio flash entusiasta.  
- Un ritaglio d'azzurro tra le mille bancarelle di un Corso Vittorio Emanuele festaiolo mi consente di respirare a pieni polmoni l'aria tiepida offerta dallo scirocco. 
- Mi riprendo velocemente dalla dispnea che mi ha colpito sulle rive ipogee del Fiume Kemonia e, semiaccecato da un turbinio di piume, mi ritrovo dinanzi la Chiesa dell'Angelo Custode. Stringo la rassicurante macchinetta analogica nella tasca del trench "turchese perla mistica" e percorro l'ultimo tratto di Via Matteo Bonello; all'angolo con Via dei Carrettieri contemplo, oltre un decadente muro, le linee essenziali del tempio che, con andamento ascendente, si inerpicano verso il cielo al seguito di  due flessuose e speculari rampe di scale. 
Nel mio immaginario si materializzano gli Staffieri della omonima Confraternita commissionaria dell'edificio di culto che, nelle loro sgargianti livree,  partecipano alla prima funzione religiosa. Era il 28 Luglio 1701. 
- Entro. Sulla soglia, dietro un tavolinetto, un signore canuto è immerso nella lettura di un passo della Bibbia - forse il prologo del libro di Giobbe - mentre una gentile ragazza elargisce un meraviglioso sorriso e, previo pagamento di due euro, il coupon che apre al visitatore quelle porte solitamente ben serrate. L'immagine che si compone sotto i miei occhi lascia senza fiato: è tutto un rincorrersi di preziosi altari (cinque: taluno ligneo con effetto marmoreo) e stucchi in stile post-barocco, dipinti settecenteschi, affreschi trompe l'oeil. Sopra l'ingresso, una originale cantoria lignea di colore verde brillante esibisce elementi neoclassici giustapposti ad altri rococò. Il presbiterio accoglie un severo crocifisso di legno e cartapesta. Dalla pala d'altare absidale sembra involarsi uno di quegli esseri spirituali che ci assistono nella lotta alle tentazioni. Mi intimidisce il suo cipiglio stellare. 
- L'istinto del fotografo amatoriale si attiva irrefrenabile. Impugno la vecchia Kodak e, quasi senza mirare, scatto. In quel preciso istante una manona irsuta - luciferina -  si frappone tra l'obiettivo e quel tesoro d'arte e storia. Il sangue mi affluisce alla testa, vengo colto da subitanea vertigine mentre una voce cavernosa pronunzia l'inclemente verdetto: "È  vietato fotografare!";  segue una eco altrettanto imperativa che mi induce a rinunziare ad ogni  protesta. In trance mi aggiro tra putti e santi. Cerco conforto nell'eterea entità che fa capolino dalla mia spalla destra. Rubo - redarguito - qualche istantanea esterna e, mogio mogio, riprendo la strada di casa.
- Una folata di vento fa sbattere un portone alle mie spalle. Forse l'Angelo Custode è più incazzato di me.

Cuntu semifantastico di Leo Sinzi (zio-silen) 

La foto di Leo Sinzi mostra la Chiesa palermitana del Santo Angelo Custode di Via dei Carrettieri.

Nessun commento: