Vorrei scrivere una canzone
d’amore.
Una canzone dove ci sono due, quattro, mille,
un milione che si amano.
Un giro finito. Invece
è la giostra. Che gira
e due milioni si amano.
Arriva uno con il camice,
la maschera, la bandana e tutto il resto.
Ha guanti da rally.
Gli occhi che fanno rally
sulla giostra,
guarda quelli che si amano
a ogni giro.
Le viole sbocciano, i colori festeggiano,
le luci ridono, l’aria sospira.
Una ragazza bruna, a piedi nudi,
la camicetta bianca aperta sul seno
la gonnella nera, gli tocca la spalla,
gli offre una frittella. Hanno un buon profumo,
lei e la frittella. Gli sorride
con gli occhi smeraldo, la bocca corallo.
I lunghi folti capelli, neri. La prende
la stende. Sdraiata sul cemento,
completamente aperta, gli tocca ancora la spalla.
Sorride sempre. Il chirurgo si toglie la maschera.
Dalla giostra lo guardano,
a ogni giro,
in silenzio.
Ma questa sarebbe una storia d’amore?
Aspetta.
Il chirurgo torna ragazzo,
lascia gennaio, leva i sassi di fiume
dalle tasche, dalle spalle,
dalle ossa tutte,
spalanca la porta a vetri
sulla primavera:
"Amerò il mondo senza dire mai
ti amo".
La ragazza bruna sulla giostra gli dice "vieni
attaccati forte".
È bella, è tutta intera, il seno rosa
velato dalla camicetta,
le gambe dritte, forti, belle.
I colori festeggiano, le luci
ridono, l’aria sospira. Profuma.
Sta finendo il trimestre.
Non dirle mai ti amo.
Esercizio di versificazione di Leo Sinzi (zio-silen). Come base, il poetico racconto di Stan, pubblicato sulla Vetrina del Club dei Poeti in data 11 Settembre 2017.
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Una storia d'amore
- Vorrei scrivere una canzone d’amore.
- Ma lascia perdere.
- Una canzone dove ci sono due, quattro, mille, un milione che si amano.
- Ma non esiste.
- E che a un certo punto le cose vanno male. Ma non è, male. È un giro di giostra. Sembra tutto finito, finito male e invece è la giostra. Che gira e due milioni si amano.
- Ma lascia stare.
- A un certo punto arriva uno, un chirurgo, sembra un chirurgo perché è vestito con il camice, la maschera, la bandana e tutto il resto. Ha dei guanti da rally. Ha gli occhi che fanno rally sulla giostra, guarda tutti quelli che si amano a ogni giro. E c’è un odore, come di bruciato, come di un motore elettrico bruciato, ma va tutto bene. Tutti sulla giostra si amano e girano, girano. Le viole sbocciano, i colori festeggiano, le luci ridono, l’aria sospira.
Però c’è questo odore. E così il chirurgo si mette ad armeggiare con una centralina lì vicino, piena di cavi e corrente. Suda. Fruga. Guida le mani nell’intreccio di cavi. Stringe i denti. Guida disperato.
Ne escono frittelle.
- Frittelle…
- Già. Il chirurgo grida disperato ma una ragazza bruna, a piedi nudi, dietro di lui, con una camicetta bianca aperta sul seno e una gonnella nera, gli tocca la spalla Il chirurgo si gira, la guarda con terrore e ira, ma lei gli offre una frittella, hanno un buon profumo, lei e la frittella. Gli sorride con gli occhi smeraldo e la bocca corallo. I lunghi folti capelli, neri.
Il chirurgo, furioso, la prende, la stende e la opera. Ma non c’è niente da fare, continua a sprofondare le mani nel ventre, di lei, fruga, suda, guida come un pazzo.
- Ma è terribile.
- La ragazza, sdraiata sul cemento, completamente aperta, gli tocca ancora la spalla, gli sorride sempre.
Il chirurgo si toglie la maschera e si accorge che dalla giostra tutti lo stanno guardando, a ogni giro, in silenzio. La ragazza, sdraiata gli dice, non avere paura, vieni, entra e lui le entra nel ventre aperto come una botola, scende delle scale, giù, giù, è impossibile eppure entra dentro di lei.
Attraverso lei entra in uno stanzone, una camerata di un ospedale, non c’è nessuno, c’è un baule pieno di giocattoli e tra questi un Big Jim. Te lo ricordi il Big Jim?
- Ma questa sarebbe una storia d’amore? E le Barbie?
- Aspetta.
- Ma andiamo via.
- Il Big Jim è vestito da dottore e dice al chirurgo non hai niente, puoi andare, smetti di cercare, qui. Hai trovato tutto quello che pensavi di avere perso, o che ti fosse stato tolto, o che non ti fosse mai stato dato, puoi andare, qui non c’è più niente che ti riguardi. C’è una ragazza fuori che ti sta aspettando, ricucila e lei tornerà a posto. Sorridi, ridi, ama. Ma non dire mai ti amo.
- Perché?
- Beh, quando vuoi servire da bere a qualcuno… a qualcuna, non le dici “ti verso da bere” e te ne stai lì fermo a guardarla fissa negli occhi e continui a dirle “Ti verso un bicchiere di vino”, “È Champagne”, “Riserva” “Io ti verso tanto da bere”, e non fai niente, capisci?
- Non credo.
- Le servi da bere! E basta. E gioisci del piacere che proverà bevendo il vino che le hai versato. Non dire mai ti amo!, questo è quello che credo intendesse Big Jim.
- Senti, io devo andare.
- Ancora un minuto.
- Devo ritirare le cornici, stasera vengono gli Ambrosoli e devo ancora fare tutto. Sai, sono fiscalisti.
- Il chirurgo è tornato ragazzo, dice io esco. Lascia gennaio, leva i sassi di fiume dalle tasche, dalle spalle, dalle ossa tutte, e spalanca la porta a vetri sulla primavera, fa giusto in tempo a sbirciare la casella della posta e vedere un “Topolino” nel cellophane azzurro fare capolino. E una cartolina. Dice, fa niente, scriverò io le storie e le spedirò a tutti. E amerò il mondo senza dire mai ti amo. Si gira e la ragazza bruna sulla giostra gli dice vieni attaccati forte. È bella, è tutta intera, il seno rosa velato dalla camicetta, le gambe dritte, forti, belle.
I colori festeggiano, le luci ridono, l’aria spira. Profuma.
“Non andiamo da nessuna parte ma siamo ovunque nell’universo, siamo l’universo.”
- Ora andiamo, sta finendo il trimestre.
- Ti è piaciuta?
- Non lo so, continuo a pensare all’IVA.
- Beh, non dirle mai ti amo.
- Ma va’, va’.
Racconto di STAN
Segue nota del medesimo autore:
Ora qui il tema è esplicitato fin dal principio: l’amore. Il
desiderio di parlarne, di descriverlo, dargli forma, esprimerne
la forza e le conseguenze meravigliose che l’azione di questa
forza incommensurabile può portare.
Ne parlano due mentecatti, no sarebbe ingeneroso dar loro dei
mentecatti. Due che non sanno. Ma uno dei due prova a
inventare. E allora cerca di arrivarvi per vie oniriche e per
sottrazione: togliendo al chirurgo la maschera, la razionalità
scientifica che da sola è sterile come la sua sala operatoria, La
forza bruta che impiega con i guanti da rally, per aggiustare
tutto a tutti i costi. Senza farsi penetrare dalla dolcezza
innocente della ragazza. Anzi è lui che la penetra, sicuro della
sua ragione. Finisce che a furia di scavare arriva in una regione
remota di se stesso che aveva dimenticato, ce lo porta la
ragazza. Arriva al suo punto di dolore e alla sua origine di cui
senza più rendersene conto era andato alla ricerca per il resto
della sua vita, fino a quel momento.
Tutto questo avviene nel racconto di uno dei due personaggi,
ma avviene anche in una dimensione altra, dell’inconscio, e
questo pezzo è un ardito tentativo di far abbracciare inconscio
e realtà fatta di cornici, trimestri e iva. E di amore. Questo
grande misunderstanding.
Foto di Fabiuss
1 commento:
Ciao Zio, caspita non mi ero accorto di tutti questi omaggi/citazioni/interpretazioni. E sì il tuo commento a questa in particolare è perfetto, è esattamente quello che cerco di fare mettere in comunicazione inconscio e realtà, anche mezzo di comicità, ironia, e stupore. Ciao!
Stan
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