martedì 12 settembre 2017

Una storia d'amore


Una storia d'amore

Vorrei scrivere una canzone
d’amore.
Una canzone dove ci sono due, quattro, mille,
un milione che si amano.
Un giro finito. Invece
è la giostra. Che gira
e due milioni si amano.

Arriva uno con il camice,
la maschera, la bandana e tutto il resto.
Ha guanti da rally.
Gli occhi che fanno rally
sulla giostra,
guarda quelli che si amano
a ogni giro.

Le viole sbocciano, i colori festeggiano,
le luci ridono, l’aria sospira.

Una ragazza bruna, a piedi nudi,
la camicetta bianca aperta sul seno
la gonnella nera, gli tocca la spalla,
gli offre una frittella. Hanno un buon profumo,
lei e la frittella. Gli sorride
con gli occhi smeraldo, la bocca corallo.
I lunghi folti capelli, neri. La prende
la stende. Sdraiata sul cemento,
completamente aperta, gli tocca ancora la spalla.
Sorride sempre. Il chirurgo si toglie la maschera.
Dalla giostra lo guardano,
a ogni giro,
in silenzio.

Ma questa sarebbe una storia d’amore?
Aspetta.

Il chirurgo torna ragazzo,
lascia gennaio, leva i sassi di fiume
dalle tasche, dalle spalle,
dalle ossa tutte,
spalanca la porta a vetri
sulla primavera:
"Amerò il mondo senza dire mai
ti amo".
La ragazza bruna sulla giostra gli dice "vieni
attaccati forte".
È bella, è tutta intera, il seno rosa
velato dalla camicetta,
le gambe dritte, forti, belle.

I colori festeggiano, le luci
ridono, l’aria sospira. Profuma.

Sta finendo il trimestre.

Non dirle mai ti amo.



Esercizio di versificazione di Leo Sinzi (zio-silen). Come base, il poetico racconto di Stan, pubblicato sulla Vetrina del Club dei Poeti in data 11 Settembre 2017.
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Una storia d'amore

- Vorrei scrivere una canzone d’amore.
- Ma lascia perdere.
- Una canzone dove ci sono due, quattro, mille, un milione che si amano.
- Ma non esiste.
- E che a un certo punto le cose vanno male. Ma non è, male. È un giro di giostra. Sembra tutto finito, finito male e invece è la giostra. Che gira e due milioni si amano.
- Ma lascia stare.
- A un certo punto arriva uno, un chirurgo, sembra un chirurgo perché è vestito con il camice, la maschera, la bandana e tutto il resto. Ha dei guanti da rally. Ha gli occhi che fanno rally sulla giostra, guarda tutti quelli che si amano a ogni giro. E c’è un odore, come di bruciato, come di un motore elettrico bruciato, ma va tutto bene. Tutti sulla giostra si amano e girano, girano. Le viole sbocciano, i colori festeggiano, le luci ridono, l’aria sospira.
Però c’è questo odore. E così il chirurgo si mette ad armeggiare con una centralina lì vicino, piena di cavi e corrente. Suda. Fruga. Guida le mani nell’intreccio di cavi. Stringe i denti. Guida disperato.
Ne escono frittelle.
- Frittelle…
- Già. Il chirurgo grida disperato ma una ragazza bruna, a piedi nudi, dietro di lui, con una camicetta bianca aperta sul seno e una gonnella nera, gli tocca la spalla Il chirurgo si gira, la guarda con terrore e ira, ma lei gli offre una frittella, hanno un buon profumo, lei e la frittella. Gli sorride con gli occhi smeraldo e la bocca corallo. I lunghi folti capelli, neri.
Il chirurgo, furioso, la prende, la stende e la opera. Ma non c’è niente da fare, continua a sprofondare le mani nel ventre, di lei, fruga, suda, guida come un pazzo.
- Ma è terribile.
- La ragazza, sdraiata sul cemento, completamente aperta, gli tocca ancora la spalla, gli sorride sempre.
Il chirurgo si toglie la maschera e si accorge che dalla giostra tutti lo stanno guardando, a ogni giro, in silenzio. La ragazza, sdraiata gli dice, non avere paura, vieni, entra e lui le entra nel ventre aperto come una botola, scende delle scale, giù, giù, è impossibile eppure entra dentro di lei.
Attraverso lei entra in uno stanzone, una camerata di un ospedale, non c’è nessuno, c’è un baule pieno di giocattoli e tra questi un Big Jim. Te lo ricordi il Big Jim?
- Ma questa sarebbe una storia d’amore? E le Barbie?
- Aspetta.
- Ma andiamo via.
- Il Big Jim è vestito da dottore e dice al chirurgo non hai niente, puoi andare, smetti di cercare, qui. Hai trovato tutto quello che pensavi di avere perso, o che ti fosse stato tolto, o che non ti fosse mai stato dato, puoi andare, qui non c’è più niente che ti riguardi. C’è una ragazza fuori che ti sta aspettando, ricucila e lei tornerà a posto. Sorridi, ridi, ama. Ma non dire mai ti amo.
- Perché?
- Beh, quando vuoi servire da bere a qualcuno… a qualcuna, non le dici “ti verso da bere” e te ne stai lì fermo a guardarla fissa negli occhi e continui a dirle “Ti verso un bicchiere di vino”, “È Champagne”, “Riserva” “Io ti verso tanto da bere”, e non fai niente, capisci?
- Non credo.
- Le servi da bere! E basta. E gioisci del piacere che proverà bevendo il vino che le hai versato. Non dire mai ti amo!, questo è quello che credo intendesse Big Jim.
- Senti, io devo andare.
- Ancora un minuto.
- Devo ritirare le cornici, stasera vengono gli Ambrosoli e devo ancora fare tutto. Sai, sono fiscalisti.
- Il chirurgo è tornato ragazzo, dice io esco. Lascia gennaio, leva i sassi di fiume dalle tasche, dalle spalle, dalle ossa tutte, e spalanca la porta a vetri sulla primavera, fa giusto in tempo a sbirciare la casella della posta e vedere un “Topolino” nel cellophane azzurro fare capolino. E una cartolina. Dice, fa niente, scriverò io le storie e le spedirò a tutti. E amerò il mondo senza dire mai ti amo. Si gira e la ragazza bruna sulla giostra gli dice vieni attaccati forte. È bella, è tutta intera, il seno rosa velato dalla camicetta, le gambe dritte, forti, belle.
I colori festeggiano, le luci ridono, l’aria spira. Profuma.
“Non andiamo da nessuna parte ma siamo ovunque nell’universo, siamo l’universo.”
- Ora andiamo, sta finendo il trimestre.
- Ti è piaciuta?
- Non lo so, continuo a pensare all’IVA.
- Beh, non dirle mai ti amo.
- Ma va’, va’.


Racconto di STAN
Segue nota del medesimo autore:

Ora qui il tema è esplicitato fin dal principio: l’amore. Il
desiderio di parlarne, di descriverlo, dargli forma, esprimerne
la forza e le conseguenze meravigliose che l’azione di questa
forza incommensurabile può portare.
Ne parlano due mentecatti, no sarebbe ingeneroso dar loro dei
mentecatti. Due che non sanno. Ma uno dei due prova a
inventare. E allora cerca di arrivarvi per vie oniriche e per
sottrazione: togliendo al chirurgo la maschera, la razionalità
scientifica che da sola è sterile come la sua sala operatoria, La
forza bruta che impiega con i guanti da rally, per aggiustare
tutto a tutti i costi. Senza farsi penetrare dalla dolcezza
innocente della ragazza. Anzi è lui che la penetra, sicuro della
sua ragione. Finisce che a furia di scavare arriva in una regione
remota di se stesso che aveva dimenticato, ce lo porta la
ragazza. Arriva al suo punto di dolore e alla sua origine di cui
senza più rendersene conto era andato alla ricerca per il resto
della sua vita, fino a quel momento.
Tutto questo avviene nel racconto di uno dei due personaggi,
ma avviene anche in una dimensione altra, dell’inconscio, e
questo pezzo è un ardito tentativo di far abbracciare inconscio
e realtà fatta di cornici, trimestri e iva. E di amore. Questo
grande misunderstanding.




Foto di Fabiuss

1 commento:

stanlaurel ha detto...

Ciao Zio, caspita non mi ero accorto di tutti questi omaggi/citazioni/interpretazioni. E sì il tuo commento a questa in particolare è perfetto, è esattamente quello che cerco di fare mettere in comunicazione inconscio e realtà, anche mezzo di comicità, ironia, e stupore. Ciao!

Stan