mercoledì 29 aprile 2009

SCHERZI IN RIMA PER I PIU' PICCOLI






Il ramarro Calogero

Calogero il ramarro
stava su un paracarro
a sgranocchiare farro
mirando il grande carro.

**********************

Il panci-otto

Sul fondo di un fagotto
lasciai bollire un otto
quando sembrò ben cotto
lo misi nel panci-otto.

**********************

Il grillo Casimiro

Fu Casimiro il grillo
a fare quello strillo
perché era così brillo
che non gli usciva il trillo.

***********************

Il galletto Cesarino

Cesarino, bel galletto
canta solo per diletto,
beccato in pieno petto
se ne volò sul tetto.

************************

Il conto tonto

Nel fare il resoconto
scappò veloce un conto
sarà stato un po' tonto
ma tornò senza sconto.

************************

Il passero

Il passero sul pero
visse senza pensiero.
Viaggiò nel mondo nero.
Se ne tornò sul pero.

Leo Sinzi

mercoledì 22 aprile 2009

RINSANGUERA' LE SUE VENE IL CUORE


Rinsanguerà le sue vene il cuore
 

All'angolo della strada
una mano tesa chiede la carità.
Ad ogni angolo di strada
tante mani tese
chiedono,
chiedono un segno d'amore.
Il cuore impietrito
volge altrove lo sguardo.
Lamentose voci si levano
dagli angoli delle strade
e pianto di bimbi
e grida di dolore.
Ma il cuore impietrito
ha strappato gli occhi e gli orecchi
per non vedere, per non sentire,
voce non ha per gridare
per ribellarsi a tanta miseria.
Indifferenza o paura?
Teme la derisione
se pietoso si china
a raccogliere la gruccia ad un monco,
se paterno accarezza il viso di un bimbo,
se sorride commosso a uno sguardo fanciullo.
Teme di mostrare se stesso
qual è: generoso, tenero, amabile,
e rovinosa l'acqua del torrente
lo trascina con sè
nè gli dà tregua,
sicchè fermarsi non può
a sollevare chi cade,
a confortare chi muore.
Vive sospeso in uno spazio senza tempo
senza ieri,
senza domani.
Dissanguate le vene,
il cuore non batte più alla vista di un fiore,
di una colomba
che le candide ali libra nel cielo sereno,
di albe, di tramonti di sogno.
Non ha tempo
per asciugare le lacrime di commozione
nè sa nutrire l'anima
del prezioso nettare dell'amore.
Amore
divenuto astrazione di ogni sentimento.
Tuttavia
ho fede che torni fanciullo
quel cuore
e risalita la corrente
s'accorga dell'erbe e dei fiori calpestati
e pentito pianga lacrime
che il sole asciugherà sulle sue guance
con morbida carezza di vento.
Rifarà la strada percorsa così in fretta
e rinsanguerà le sue vene, il cuore,
bevendo alle sorgenti
scaturite dal pianto di chi soffre.


Versi di Melany


Foto di Leo Sinzi/zio-silen

mercoledì 15 aprile 2009

Il mondo... un mattino d'aprile




 Il mondo... un mattino d'aprile

Dal buio monta implacabile tenebrosa marea
tutto avviluppa, sbriciola, distrugge senza posa:
i tetti, il campanile, i ponti sul ruscello
strade, muraglie, arbusti, querce, fiori rari
i teneri virgulti.
Spande il suo fiato fetido: sono macerie
grida e pianti. E fughe vane. 
Dal fondo di un deforme groviglio polveroso 
un gemito si leva.
Allora: all'armi all'armi! in guerra contro il tempo
si affilano le unghie, i denti. Pure il cuore.
Due occhi grandi cercano rifugio 
al fin lo trovano
e mille mani plaudono la luce
il suo ritorno.



Versi di Leo Sinzi